Scomparsa di Guido Spadolini

Il cordoglio di Ordine e Fondazione

Data

14/03/2024

Categorie

News

Ordine e Fondazione Architetti Firenze esprimono il loro più profondo cordoglio per la scomparsa dell’architetto Guido Spadolini, e lo ricordano con le parole dell'amico e collega Prof. Francesco Gurrieri.

Guido Spadolini
L'architettura del fare

Il passaggio dello Studio da piazza Donatello a via Masaccio segnò la stagione più feconda e fors’anche più felice di Guido Spadolini. Tanto riflessivo, razionale suo padre Pier Luigi, quanto leggero e un po' avventato (ma entusiasta) il figlio Guido. Così, nel tempo in cui fummo insieme, fra il ponderato e l’eccitato io avevo il compito di moderatore, cercando una sintesi non proprio facile. Erano gli anni in cui l’Italstat di Ettore Bernabei (Società italiana per le Infrastrutture e l’Assetto del Territorio, Gruppo IRI che operava nell’Ingegneria civile) organizzava il grande incontro intergovernativo a Mosca, con seminari, mostre, accordi programmatici, fra cui la grande autostrada superattrezzata “Mosca – San Pietroburgo”. Guido, in codesto contesto fu protagonista: la sua naturale empatia gli valse nuove e importanti amicizie e relazioni. Aveva una naturale capacità di immedesimarsi nell’interlocutore, costruendo con immediatezza un buon rapporto. Altrettanta immediatezza aveva nel tradurre un concetto, un dettaglio, graficamente. Seduto a una riunione di lavoro disegnava continuamente, grattacieli, facciate virtuali, barche, oggetti; per un nuovo anno degli anni Novanta, raccolse codesti “disegni involontari”, li pubblicò e ne fece dono augurale. Amava il suo lavoro di architetto, amava il cantiere, diffidava dalle eccessive e sofisticate teorizzazioni della disciplina. Era per i fondamentali vitruviani: utilitas, firmitas, venustas. Soprattutto sulla bellezza, insistita e portata a dettaglio, come dimostrato negli arredi della Biblioteca della Cassa di Risparmio di via Bufalini (in compagnia del Salone di Michelucci). Altri e in altra sede hanno ricordato e ricorderanno la sua biografia ufficiale (1949 – 2024), i suoi lavori in Italia e per il mondo. Qui, insisto sull’uomo, conosciuto nei suoi risvolti più riservati e in momenti delicati della vita, sui rapporti selettivi e rispettosi con i collaboratori, sulla lievità (che non era leggerezza) che era anche speditezza nelle decisioni, che ne facevano un regista del progetto che accattivava un po' tutti. Come suo padre e non pochi architetti di quegli anni (finché fu possibile) rimase fortemente legato alla pipa. Sul mare e sul tavolo di studio la pipa era protagonista. Alieno alle sofisticazioni teoriche dell’architettura (esercizio che bollava come “sfarfalleggiare”) era per «l’Architettura del fare», e in questo senso, ricordo, volle che scrivessi un testo proprio su questo tema, a contrastare i tanti “ismi” come li chiamava lui.

Amava la vela, amava il mare, come Hemingway, per ritrovare una pausa, per ritrovare se stesso.

Francesco Gurrieri

Condividi su