Scomparsa di Mario Preti, presidente dell'Ordine dal 1989 al 2001
Data
21/12/2022
Ordine e Fondazione Architetti Firenze esprimono il loro più profondo cordoglio per la scomparsa del Professor Mario Preti, già Presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di Firenze e Prato dal 1989 al 2001 e fondatore della Fondazione Centro studi professione architetto nel 1998, attraverso le parole dell'amico e collega Marco Jodice.
Mario Preti, architetto, dopo quattro anni di lotta contro la malattia, dal 16 dicembre non è più tra noi.
Era nato il 26 marzo del 1941 a Firenze dove, compiuti studi classici, ha frequentato la Facoltà di Architettura fino alla laurea conseguita con lode nel 1966.
Lo stesso anno di due eventi importanti per Mario: l’alluvione che colpì Firenze, non lui direttamente, ma che gli dette il tempo di diventare uno degli angeli del fango e la nascita dell’esperienza dell’Architettura Radicale di
Superstudio e Archizoom con le esperienza di design che segnarono un’epoca; l’happening di proiezioni sul Ponte Vecchio con una lavagna luminosa piazzata sul terrazzino del mio studio di via de’ Bardi, l’inaugurazione degli spettacoli dello Space Electronic
in via Palazzuolo, prima discoteca fiorentina dove gruppi rock italiani e stranieri si esibivano sotto le stesse luci colorate che avevano scandalizzato i fiorentini sul Ponte Vecchio.
Ma, quando progettava lo Space, Mario era già iscritto all’Ordine degli Architetti della Toscana col n.614. Da iscritto, si è sempre interessato all’attività dell’Ordine fino ad esserne eletto consigliere nel 1987, poi presidente nel 1989 e infine rieletto alla stessa carica che tenne fino al 2001 quando, ormai, l’Ordine non era più degli Architetti della Toscana, ma quello della Provincia di Firenze.
Il suo lungo passaggio non è stato certo privo di effetti.
In quegli anni l’Ordine di Firenze sviluppò tematiche professionali a livello nazionale, da lui relazionate in numerosi convegni nazionali e internazionali come il Convegno Nazionale degli Architetti Italiani a Firenze nel 1998; o nei Convegni dell’U.I.A. (Unione Internazionale degli Architetti) a Barcellona nel 1995 e a Pechino nel 1999.
Con la sua presidenza si ottenne anche una diversa organizzazione delle attività per la tassazione delle notule e per il consiglio di disciplina che ebbero, finalmente, regole precise.
Da non dimenticare la creazione dei corsi di aggiornamento professionale dai costi gravati dal peso dell’IVA che l’Ordine, per la sua struttura fiscale, non poteva compensare.
Stortura che lo portò all’invenzione della Fondazione e centro Studi Professione Architetto di Firenze e Prato della quale fu presidente dal 1999 al 2006 che, con l’imposta entrata in partita di giro, permise l’alleggerimento di tutti i costi e la loro finanziaria compensazione.
Mentre tutto questo accadeva, Mario insegnava Estimo ed Esercizio Professionale alla Facoltà di Architettura di Firenze.
Prima come assistente volontario poi come assistente di ruolo e, infine come associato a tempo definito perché non ha mai smesso la professione e, del resto, come si fa ad insegnare Esercizio Professionale senza esercitare la professione?
Le due attività andavano in parallelo e lo portarono ad occuparsi delle tematiche Tecnico-Giuridiche legate all’esercizio della professione di architetto, così come i suoi studi sul controllo dei costi sul territorio in rapporto alla pianificazione urbana e regionale, gli portarono incarichi dall’IRPET, o quelli sui problemi della Mobilità nelle aree urbane, gli procurarono incarichi dall’ACI Automobile Club di Firenze sulla mobilità per i Piani del Traffico.
Troppo lungo sarebbe ripercorrere il tragitto delle sue esperienze professionali e scientifiche che lo hanno sempre visto impegnatissimo con privati ed enti pubblici.
Mi piace, invece, chiudere questo ricordo con la sua passione per l’archeologia che lo ha portato ad originali e interessantissime intuizioni sulle architetture babilonese, egiziana, etrusca e romana, scoprendone nessi ignorati, anzi, negati, dall’accademia.
La matematica, scienza sacrale per gli antichi, esercitò un’influenza fondamentale sulla composizione architettonica e urbana che, Mario ha dimostrato, tiene insieme tra loro e in dipendenza l’una con le altre, l’esperienza di quelle quattro civiltà.
Ne esce, se non altro, la dimostrazione dell’origine non autoctona del popolo etrusco.
Marco Jodice
1999 (chiamato gruppo 9999 dopo il 1970), “Happening Progettuale su Ponte Vecchio”, video-proiezioni, Firenze, 1968.Foto Mario Preti. Archivio 9999.
Mario Preti. Foto di Marco Jodice.
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